LinkedIn, la caduta di un altro social

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Tempo fa ho scritto un post su come, a mio parere, il Curriculum vitae è ormai uno strumento che ha perso molta della sua importanza, sia per il comportamento delle aziende, che spesso li cestinano senza leggerlo nemmeno, o, peggio, gli usano per raccogliere dati sensibili dei candidati, ma anche chi li scrive ci mette del suo, gonfiando titoli e competenza come se non ci fosse un domani.

Quindi mandare curriculum a destra e manca è diventata una prassi, un vecchio retaggio, perchè nel passto si faceva così, ma non si sa bene qual'è l'obiettivo, forse anche per fare vedere a parenti e amici che ci si sta impegnando veramente nella ricerca di un lavoro.

Tanto, ragazzi, parliamoci chiaro, soprattutto in Italia, bisogna avere un qualche aggancio, una persona che vi presenta o che fa il vostro nome al titolare, non voglio usare la terribile parola a cui state tutti pensando, ovvero "raccomandato", però qualcuno che vi faccia mettere , usando un' espressione inglese, il cosiddetto "piede nella porta" della azienda.

È difficilissimo selezionare qualcuno solo in base ad un testo scritto su carta, o su un profilo di un sito internet, non dico sia impossibile, ma che sia improbabile, a meno di essere una figura super preparata e ricercata in quel determinato settore.

È ovvio che se siete ingegneri chimici, e nel settore farmaceutico c'è una carenza spaventosa di queste figure professionali, anche solo mandare un CV e aprire un profilo social vi inonderà di richieste di lavoro, ma questi sono sempre più casi limite.

E il corrispettivo del Curriculim , nel mondo del web, è senza dubbio il famosissimo social LinkedIn: nato nel 2003 come piattaforma , semplice e diretta, per mettere in contatto professionisti e aziende tra di loro, ha iniziato un cambiamento a partire dal passaggio d proprietà alla Microsoft, nel 2016.

A partire dal cambio di proprietà, LinkedIn ha subito una svolta netta: ha cominciato a somigliare a una versione aziendale di Facebook. Al posto di aggiornamenti professionali, il feed si è riempito di post personali travestiti da “lezioni di leadership”. Storie drammatiche e spesso banali, come qualcuno che fallisce sei colloqui prima di ottenere un impiego minimo, vengono trasformate in elogi alla resilienza.

Anche il 2020 e la Pandemia , con il mercato del lavoro quasi in stallo completo, hanno dato l'inizio a un crescente "shit posting" sulla piattaforma, abbassandone sempre di più la serietà.

Un po' come è successo per il curriculum, il proprio profilo è diventato un modo per "gonfiare" le proprie competenze, le esperienze, la proprio biografica lavorativa, tanto che è diventato, da luogo serio dove mettersi in contatto, ad un luogo di "posing" come tanti altri social, dove tutti sono più belli, ricchi, intelligenti degli altri.

Con l'Intelligenza Artificiale che avanza, anche LinkedIn sta diventando uno strumento passato, anacronistico, che poteva funzionare nel web di 10 anni fa, ma ora sta diventando quasi la brutta copia di Facebook... e con questa frase, ho detto tutto !!!

Grazie dell'attenzione e alla prossima.

Immagine realizzata con Grok



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8 comments
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Ma dai, non sapevo lo avesse comprato Microsoft... Avevo iniziato a usarlo pre-microsoft, ora l'ho abbandonato, in effetti molti dicono che ormai è più un social che altro... Per i curriculum non saprei, fin'ora con quelli è andata bene

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Ti è andata bene con i curriculum , buon per te, io sento che la gente ne manda a centinaia e neanche riceve la risposa di essere stati scartati, poi dipende un po' dal settore e dalla qualifica.

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Il lavoro in Italia è per lo più sommerso non nel senso del lavoro nero che meriterebbe un discorso a parte, ma nel senso che non tutti i posti di lavoro sono in chiaro ovvero solo il 30% delle posizioni viene pubblicata online.
LinkedIn è quindi più un social per fare rete e spesso la tua rete non è nemmeno LinkedIn ma il cugino del figlio del portiere che ha la nonna che ha una zia che lavora in quel posto dove cercano una persona.
Per quanto riguarda i CV quindi, bisogna o farlo arrivare sulla scrivania giusta al momento giusto oppure cercare di inserire le parole chiave che, in una selezione in chiaro, non lo facciano scartare dalla AI o dall'HR umano che, da una pila enorme fa: uno sì, tre no, quasi a priori.
!LUV

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È quello che dico io, per far arrivare il curriculum sulla scrivania giusta, ci vuole spesso qualche "aggancio" che ti dia una dritta.

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LinkedIn is an overrated place. Almost everyone is overqualified and almost everyone is a master in their own profession. As you've said people don't get employed by mere looking at paper portfolios. However it seems like a major requirement these days in the job market.

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It is a requirement, but it won't decide if you get the job or not, you have to have other requirements for the place you want to work in.

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Sinceramente anch'io avevo provato a fare un profilo, proprio per il fatto che mi ero laureata in pedagogia, Ma poi l'ho trovato un social noioso e purtroppo vedo che alla fine come dici tu conta di più la raccomandazione

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