Laurearsi oggi

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Con tutti questi proclami che si sentono in giro, con l'AI che sostituirà centinaia di figure professionali, non deve essere facile per un giovane di oggi, scegliere quale strada intraprendere , per ambire, non dico ad una grande carriera, ma perlomeno ad una professione che lo possa aiutare a sostentarsi.

Lo so che 30-40-50 anni fa, finire un corso di studi universitario voleva dire avere un passaporto per una vita migliore, essere (forse) intellettualmente superiore alla media , al così vituperato "uomo medio" della strada, l" Average Joe" come direbbero negli USA, e poter ambire ad uno stipendio che ti avrebbe consentito di comprare una casa e iniziare una famiglia.

Beh, ora non è così: mi dispiace essere il portatore di cattive notizie, ma la pacchia è finita, laurearsi in qualsiasi materia, tanto per avere il pezzo di carta fine a sè stesso, non solo è inutile, ma molte volte può essere una scelta che fa perdere tempo, soldi, e molte altre cose.

Come non ricordare la grande piaga del "Student Loan Debt" negli USA, paese in cui un anno universitario può costare , in media, anche 20-30k $, e per facoltà come Giurisprudenza e Medicina, si possono anche toccare i 100k all'anno per le facoltà più prestigiose: ed è ovvio, in un sistema in cui ci vuole una paccata di soldi per arrivare al tanto agognato foglio di carta, che i giovani studenti chiedano del denaro in prestito dalle banche, o anche al governo, per pagarsi gli studi.

Il problema è che, una volta finito, la laurea presa non garantisce assolutamente nulla, nessun lavoro e nessuno stipendio a fine mese, però le rate del debito vanno pagate ogni mese, e quindi arrivare a svariate decine, o centinaia, di migliaia di dollari di debito personale, non è poi così difficile.

In Italia, e in Europa in generale, fare l'università non è così costoso in termine di retta da pagare, però per uno studente fuori sede, li studi possono rappresentare un salasso da pagare migliaia di euro al mese, basti pensare a chi fa l'università in città come Milano o Roma.

E quindi, quali scelte fare per cercare di sopravvivere nella vita del futuro, tra Ai e robotica che avanza?

Domanda difficile a cui nessuno può rispondere con certezza, però, andando per esclusione , si possono evitare alcuni errori.

Prima di tutto cercare di evitare i cosiddetti "Garbage Degrees", ovvero titoli di studio che non vengono minimamente richiesti dal mondo del lavoro, o che non si capisce bene che funzione abbiano all'interno della società: per esempio, non voglio offendere nessuno, ma "scienze della comunicazione" che laurea è? Che figura professionale rappresenta? Un pubblicitario ? Un "esperto di marketing" ? Bisogna andare all'università 4-5-6-7-8 anni , con tanto di specializzazione, Erasmus e contro-Erasmus per diventare un "esperto della comunicazione"? Veramente pensate che faranno decidere la prossima campagna pubblicitaria, di una grande azienda, ad un ventenne inesperto neo-laureato?

Conservazione dei beni artistici, sei un restauratore ? no, non ne hai la manualità e le competenze. Sei uno storico dell'arte? No, non è il tuo campo di studi, insomma, non si capisce nemmeno cosa cacchio fa un laureato in conservazione dei beni artistici.

Altro consiglio, se non volete andare all'Università, non andateci ! Inutile fare qualcosa contro voglia, sprecare tempo e denaro, per poi capire che si vuole fare tutt'altro nella vita: se volete aprire un negozio di biciclette, invece di diventare avvocato, è molto meglio fare del corsi per diventare riparatore di bici che stare i giorni seduto davanti ai libri di Diritto Privato.

E quì subentra , però, la pressione della famiglia , che vuole che i propri pargoli abbiano, per forza, il foglio di carta , il titolo accademico che non certifica un fico secco, però è tradizione, e bisogna vantarsi con gli amici al club che il proprio figlio è diventato medico o avvocato con il massimo dei voti: questo è un modo di pensare "Boomer", che poteva funzionare forse 30 anni fa, ma ha sempre meno valenza nei nostri giorni, e vostra figlia Mariuccia laureata in Giornalismo, potrebbe perdere il lavoro già quest'anno, sostituita da una AI.

Sicuramente oggi, bisogna essere anche più camaleontici, avere un mestiere, ma essere pronti a cambiare, ad evolversi, magari all'interno dello stesso campo, ma chi rimane fermo è finito, vantarsi delle vecchie glorie, o farsi grande perchè si hanno tanti titoli di studio, oggi non porta da nessuna parte.

Grazie dell'attenzione e alla prossima.

Immagine realizzata con ChatGPT



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Sono d'accordo con te, ci sono lauree che non servono a niente, la mia famiglia non mi fa pressioni, sappiamo anche che una laurea non ci garantisce un livello finanziario, spero di finire presto i miei studi e di fare quello che mi piace, senza alcuna pressione.

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Questa della laurea è una realtà che ormai è conclamata da anni.

Anche prima dell'ia.

Ho vissuto i primi anni 2000 iniziando a lavorare dopo il diploma costruendomi ( per mia fortuna ) una figura lavorativa ancora oggi richiesta moltissimo.

Mi sono sempre sporcato le mani col grasso e molti miei amici laureati non si ' accontententavano ' di lavori manuali.

Ma come dicevi tu, la campagna pubblicitaria la decide uno e tutti gli altri laureati in quella cosa se la possono prendere in quel posto.

Psicologi. Avvocati e quant'altro erano già in esubero ai miei tempi ( di ventenne ).

Adesso che oltre alla concorrenza di quelli più bravi, dei figli di papà ( che si beccano lo studio del padre ) e della mancanza di richiesta arriva anche l'IA che ti permette di fare cose in 5 minuti che prima facevi in 4 ore.

Anche i classici impiegati ormai saranno inutili.

Ci siamo inventati il mondo dei computer per aggiungere lavoro.

Ma ora anche li la pacchia sta finendo.

Il futuro sarà il campo di pomodori per tutti.

!BEER

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