Corso di Ai literacy nel mondo del lavoro

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Chiunque di voi ha lavorato in Italia, ha sicuramente dovuto adempiere ai corsi di sicurezza sul lavoro e primo soccorso: la motivazione che c'è dietro è anche giusta, ovvero quella di preparare i lavoratori di quella determinata azienda, in base alla loro mansione e al loro settore, per dare una preparazione di come comportarsi nell'evenienza che succeda un' emergenza sul posto di lavoro.

In verità, questi corsi , almeno quelli che ho fatto io, sono una mezza farsa: bisogna fare un tot di ore prefissato di lezioni, con un libretto che viene dato all'inizio del corso, molti colleghi sbadigliano, vanno in bagno, vanno a fumare una sigaretta in cortile, gli squilla lo smartphone e vanno a parlare fuori per mezz'ora, e poi , al termine delle ore, viene fatto un esamino facile facile a crocette, che tutti inevitabilmente passano senza problemi.

Ed ora, grazie ad una normativa europea di nome Ai Act, si prevede una formazione sulla cosiddetta Ai Literacy, ovvero una sorta di corso sull’alfabetizzazione sull’intelligenza artificiale che verrà messo come obbligatorio alle aziende che usano le Ai ( che prevedo saranno quasi tutte, in un futuro non troppo lontano...).

L’AI Literacy, descritta nell’articolo 4 dell’AI Act, richiede una formazione personalizzata in base al ruolo del dipendente, con particolare attenzione a rischi legali, privacy e pregiudizi dell’IA. Le linee guida, disponibili in un “living repository” online, sottolineano la necessità di andare oltre una formazione superficiale, promuovendo una cultura profonda e consapevole della tecnologia.

Aziende come Booking, IBM, Fastweb, Generali e Telefonica stanno già implementando programmi formativi avanzati, spesso anticipando i termini della normativa. Ad esempio, Booking forma i legali sull’IA antifrode, mentre IBM utilizza sfide con Watson per coinvolgere i dipendenti.

L’obiettivo , secondo l'Unione Europea, è di migliorare la qualità del lavoro e mitigare i rischi di un’adozione non consapevole dell’IA, infatti ignorare l’alfabetizzazione potrebbe amplificare i danni di un uso scorretto della tecnologia.

Che bella la nostra cara Unione Europea, che pensa sempre a come aiutarci e tutelarci, ecco che sono usciti con un altra geniale idea delle loro: per carità, in principio le motivazioni di questa formazione sono sacrosante, a patto che siano fatte veramente bene.

Il rischio, sempre dietro l'angolo, è quello di fare corsi e corsetti, tirati via, per dare la certificazione ai propri dipendenti, su tematiche, invece, sono estremamente complesse e che richiedono quasi dei corsi di laurea appositi sull'argomento.

O forse saranno corsi fatti sull'Ai, per spiegare ai lavoratori come la stessa Ai stia per rubargli il lavoro entro pochi mesi....😀

Grazie dell'attenzione e alla prossima.

Immagine di copertina realizzata con Grok



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